Trasmettere un mindset positivo o dinamico, growth mindset lo chiamerebbe Carol Dweck, non è automatico neanche per chi ce l’ha. Cosa fare quindi e soprattutto cosa evitare per educare i bambini e gli studenti ad avere fiducia in se stessi e a non auto-limitarsi?
Che ogni volta che diciamo “non ci riesco” passiamo un messaggio negativo al nostro cervello ormai lo sanno più o meno tutti. Allo stesso modo, se da piccoli ci fanno capire che non siamo portati per qualcosa ci sarà molto difficile farla, anche perché probabilmente neanche ci proveremo.
Educare al mindset dinamico: Cosa non fare
Ho una teoria: credo che buona parte delle persone che dichiarano di non capire la matematica non abbiano davvero problemi con i numeri ma si siano semplicemente convinte di non capire la matematica da bambine.
Anche la mia maestra di matematica delle elementari aveva una teoria al riguardo: che dare di tanto in tanto uno schiaffo ai bambini che non sapevano risolvere i problemi li rendesse più portati per la materia.
Per fortuna oggi queste cose non si possono più fare, ma esistono altri modi per convincere un bambino di essere negato per una qualche attività. Quanti hanno smesso di cantare sin da piccoli perché si son sentiti dire di essere stonati?
Il problema non sono le critiche in sé, che se fatte nel modo giusto potrebbero essere costruttive, il problema sono le parole che trasmettono l’idea che le capacità siano innate e immutabili. “Non capisci la matematica” o “Sei stonato” alimentano proprio questa visione.
Carol Dweck è la più grande esperta mondiale di mindset. Ha dedicato la vita a studiare come le convinzioni che nutriamo sulla possibilità di imparare ed evolvere influenzino il nostro processo di apprendimento. Per lei mindset positivo significa mindset dinamico, cioè fiducia nei piccoli e grandi progressi realizzabili con l’impegno e la costanza.
Sembra facile, ma trasmettere il mindset di crescita non è scontato o automatico neanche per chi ha questo approccio. Questi sono alcuni errori comuni:
1.Focalizzarsi sulle doti anziché sul processo di apprendimento.
Per coltivare l’autostima dei bambini, alcuni genitori e insegnanti cercano di farli sentire intelligenti e capaci e così rischiano di renderli insicuri. I bambini – e gli adulti – non devono identificarsi con le proprie capacità innate ma sapere di poter migliorare sempre. E di essere comunque abbastanza, come direbbe Marisa Peer.
2. Lodare l’impegno, a prescindere dal progresso.
Ricevere complimenti per essersi impegnati sa di premio di consolazione. I ragazzi lo interpretano come un “non puoi fare più di così”, che non contribuisce certo a un mindset di crescita.
Inoltre non vogliamo che gli studenti facciano fatica inutilmente. Vogliamo educarli a trovare un metodo d’apprendimento che funzioni per loro, a chiedere aiuto quando serve e ad usare tutte le risorse disponibili. Bisogna passare il concetto di strategia efficace insieme a quello di apprendimento.
3. Attribuire i brutti voti degli studenti al loro mindset sbagliato.
Deve essere l’insegnante a trasmettere la giusta forma mentis agli allievi, quindi non vale cercare scappatoie per deresponsabilizzarsi. Stesso discorso per i genitori.
4.Reagire in modo negativo agli insuccessi dei propri figli.
Se vuoi che i tuoi figli sviluppino un mindset dinamico la teoria non basta, devi anche dare l’esempio. Se quando hanno risultati deludenti cerchi di consolarli con frasi tipo “pazienza, non tutti possono andar bene in matematica”, se sei ansioso quando hanno un test, passi il messaggio sbagliato.
Se invece chiedi “OK, cosa possiamo imparare da questo? Possiamo chiedere alla maestra come imparare meglio questa cosa?” dai la giusta importanza al risultato e sposti l’attenzione sul processo.
Ci sono bambini di 3-4 anni che già mostrano di avere acquisito un mindset statico. Ma per fortuna non è mai troppo tardi per far cambiare idea ai ragazzi.
Trasmettere il mindset di crescita: Cosa fare
Il team di Dweck ha sviluppato dei programmi per le scuole, che insegnano agli studenti a ritrovare la motivazione e acquistare fiducia in se stessi. Dalla queste esperienze possiamo imparare qualcosa anche noi. Ecco come funzionano!
Ovviamente non si può andare da degli adolescenti e dire “noi siamo adulti e vi insegnamo come dovete pensare”, quindi come si fa? Il loro metodo consiste nel coinvolgere i ragazzi nella creazione di corsi per educare al mindset di crescita gli studenti che verranno dopo di loro.
Il lavoro inizia con i ricercatori che spiegano che il cervello degli adolescenti è particolarmente portato ad imparare, perché in questa fase della vita si ha molta neuroplasticità. Per questo più affrontano argomenti e compiti difficili più possono sviluppare la propria mente.
Il programma prevede anche eventi in cui personaggi pubblici raccontano come il mindset abbia permesso loro di arrivare dove sono arrivati. Agli studenti viene poi chiesto di scrivere una lettera ad un altro studente in difficoltà per incoraggiarlo, secondo i principi del mindset di crescita, e spesso queste lettere sono davvero convincenti.
Ma siccome non per tutti è così entusiasmante l’idea di diventare più intelligenti, il team di Dweck discute insieme ai ragazzi del perché dovrebbero voler adottare questo approccio alla vita. Hanno l’età in cui si ha più voglia di cambiare il mondo ed è importante che capiscano che il mindset è fondamentale se si vogliono realizzare grandi cose. Per acquisire le capacità con cui dare il proprio contributo alla famiglia, alla società e al pianeta.
Il futuro è di chi saprà accettare le sfide e risolvere i problemi.