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Euristica della disponibilità

L’euristica della disponibilità ci porta a considerare più probabili le cose che sentiamo ripetere spesso, che abbiamo davanti agli occhi, o che ci hanno colpito particolarmente. Ad esempio, un evento ci sembra probabile se ci vengono in mente subito diversi esempi di fatti simili.

L’euristica della disponibilità è legata alla nostra tendenza a improvvisare valutazioni statistiche sulla base delle nostre esperienze e impressioni, in altre parole a fare analisi statistiche su campioni non rappresentativi dell’universo. Una tendenza che colpisce anche gli esperti, chiamata da Kahneman e Tversky Legge dei piccoli numeri

Persino i due ricercatori si resero conto che, pur essendo ben consapevoli dell’esistenza di certi bias cognitivi, se interrogati sui tassi di divorzio tra i professori tendevano a cercare nella memoria i casi che conoscevano personalmente e a ipotizzare l’incidenza in base a quelli.

Kahneman ammette di esser stato convinto per anni che i politici tradissero più degli altri, finché si è reso conto che semplicemente i tradimenti degli altri sono meno interessanti per la stampa e per il pubblico. Dunque se ne parla meno; dunque sembrano meno frequenti di quel che sono.

La disponibilità è il motivo per cui crediamo che prendere l’aereo sia più pericoloso che andare in macchina. Gli incidenti d’auto sono molto più probabili, ma quelli aerei sono particolarmente drammatici e ci colpiscono di più, e quindi ne abbiamo più paura.

Questa scorciatoia mentale mostra l’indifferenza del sistema intuitivo del cervello per la qualità e la quantità delle informazioni. È chiaro che non si può rispondere ad una domanda su probabilità, incidenza, rischio senza ricorrere alla statistica, quella seria. Tuttavia ci viene spontaneo attribuire un valore spropositato alle informazioni che abbiamo – casualmente – a disposizione.

È un riflesso del WYSIATI – Quel che vedi è tutto quel che c’è: meccanismo su cui si basa il sistema intuitivo per saltare alle conclusioni. Quando andiamo col pilota automatico tendiamo a pensare che il mondo coincida con la piccola porzione che abbiamo davanti agli occhi. Per questo regolarmente ci stupiamo dei risultati delle elezioni quando non rispecchiano l’orientamento politico della nostra ‘bolla’.

L’euristica della disponibilità è in fondo uno stratagemma che il sistema automatico del nostro cervello usa per aggirare le domande sulla statistica, che non capisce. Di fatto le sostituiamo con quesiti più semplici, come:

  • Quante persone a cui è successo questo conosco?
  • Quanto mi fa paura che succeda questa cosa?

Poi facciamo il matching d’intensità: molte persone e molta paura diventano molto probabile.

La disponibilità non interviene solo in caso di domanda diretta, ma influenza inconsciamente le nostre convinzioni e le nostre scelte. Prima di privarti di fare qualcosa che vorresti perché potrebbe essere pericoloso, potresti dare un’occhiata alle statistiche e valutare non solo quanto gravi possono essere le conseguenze di un incidente, ma anche quanto è probabile che si verifichi. Magari non è un’attività più rischiosa di altre che svolgi regolarmente.

Come ci spiega Kahneman, la nostra mente possiede anche un sistema riflessivo capace di occuparsi delle probabilità in modo serio, ma non è scontato che si attivi. Leggi il riassunto di Pensieri lenti e veloci se vuoi sapere come renderlo meno pigro per capire meglio realtà.

La disponibilità è un bias molto insidioso quando agisce a livello sociale. Probabilmente conosci anche tu qualcuno che passa molto tempo davanti alla tv ed è terrorizzato da eventi estremamente improbabili. Se i media parlano in continuazione di un pericolo, si generano cascate di disponibilità che portano il pubblico a sopravvalutare il rischio, i media a parlarne ancora di più e i politici a dargli priorità anche se non sarebbe il caso. Politici e giornalisti sono in parte alla ricerca di audience e consensi, in parte vittime loro stessi dell’euristica.