Lista bias cognitivi

Lista dei bias cognitivi

Crediamo di essere razionali, ma il più delle volte agiamo in base ad automatismi del cervello che possono generare errori chiamati bias cognitivi. Quali sono i più diffusi? E perché ci siamo evoluti così?

Cosa sono i bias cognitivi

I bias cognitivi sono errori che la mente compie nel tentativo di ridurre la quantità di informazioni che le arriva, dare un senso alla realtà, risparmiare memoria e agire velocemente. Spesso sono il risvolto negativo di meccanismi che ci facilitano la vita: le euristiche. Altre volte nascono dal voler vedere la realtà in un modo che soddisfi i nostri bisogni emotivi. Il premio Nobel Daniel Kahneman è stato uno dei primi a studiare questi errori prodotti dal nostro cervello automatico e ha fatto il punto sulle ricerche proprie e di altri con Pensieri lenti e veloci. Qui trovi la lista dei bias cognitivi in base alle esigenze a cui rispondono. Ogni voce contiene un link ad una pagina di approfondimento, che in alcuni casi è in inglese perché non ne ho trovato una adatta in italiano. In questi casi anche il nome del bias è rimasto in inglese, con una possibile traduzione alla fine del paragrafo per facilitare la comprensione. Torna all’indice

Lista bias cognitivi

In principio era Wikipedia e le definizioni sparse tra i libri: tutto molto difficile da consultare. Finché Buster Benson non ha creato una lista dei bias cognitivi raggruppati in base ai quattro problemi fondamentali che cercano di risolvere:

  1. Troppe informazioni da gestire
  2. Bisogno di trovare un senso in ciò che succede
  3. Tempo per prendere decisioni limitato
  4. Memoria insufficiente a ricordare tutto

Questa classificazione ti può essere d’aiuto per orientarti nell’infinito elenco delle distorsioni cognitive. Non è perfetta né l’unica possibile. I quattro gruppi non sono dei compartimenti stagni: i bias di attenzione con cui filtriamo le informazioni riguardano anche la memoria e i processi decisionali e influenzano la nostra interpretazione della realtà.

Tuttavia troverai ciascun bias una sola volta nella categoria a cui è più facile associarlo.

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1. Bias che filtrano le informazioni

Il mondo è troppo vasto e complesso per la nostra mente. Dobbiamo focalizzarci su una porzione ristretta ed escludere più elementi possibile dal nostro campo visivo. 

Focusing effect

Prendiamo in considerazione singoli aspetti anziché osservare le cose nella loro interezza. Anche per questo facciamo fatica ad usare il pensiero sistemico.

Sostituzione delle domande

Spesso le persone non rispondono direttamente a quesiti complessi ma li sostituiscono con altri simili ma più facili, a cui possono rispondere velocemente usando le euristiche.

 

È più facile che ci vengano in mente cose che sentiamo ripetere spesso o che abbiamo memorizzato o ricordato da poco.

Euristica della disponibilità

Per rispondere ad una domanda o risolvere un problema tendiamo a cercare tra i dati più a portata di mano, cioè tra i ricordi più recenti o che più coinvolgono emotivamente.

Effetto priming

È l’effetto per cui un primo stimolo influenza il modo in cui recepiamo quelli successivi e addirittura il nostro atteggiamento. Dovendo indovinare la parola S_ _ P, chi poco prima ha sentito parlare di cena penserà a SOUP (zuppa), chi ha sentito parlare di doccia penserà SOAP (sapone). Allo stesso modo informazioni associate alla tranquillità possono farci agire in modo più rilassato. 

Ipotesi di Sapir-Whorf-Korzybski

La lingua che parliamo influenza lo sviluppo del nostro cervello.

Attentional bias

È la tendenza a trovare ovunque appigli per tornare ai propri pensieri ricorrenti o ossessivi attraverso associazioni di idee. Particolarmente insidioso in caso di dipendenze o disturbi alimentari.

Effetto verità illusoria/Illusione di verità

Se sentiamo ripetere un’affermazione falsa molte volte potremmo iniziare a credere che sia vera.

Effetto (mera) esposizione

Più lo vedi, più ti piace. Le cose familiari ci sembrano più affidabili, tanto che se sentiamo tante volte una parola che non capiamo iniziamo ad ad attribuirle un valore positivo.

Retrieval failure/Cue-dependent forgetting

Non basta che un’informazione sia immagazzinata nella nostra memoria, ci serve uno stimolo per riuscire a recuperarla. Per questo diversi ricordi possono riemergere a seconda delle circostanze, ma non a comando.

Mood-congruity effect

È più facile che ci venga in mente ciò che abbiamo memorizzato quando eravamo nello stesso stesso d’animo. (Effetto congruenza dell’umore)

Divario di empatia

La difficoltà di vedere le cose attraverso uno stato d’animo che non ci appartiene in quel momento, che condiziona anche la memoria. 

Illusione di frequenza/Effetto Baader-Meinhof

Hai presente quando impari una parola o una nozione e all’improvviso la noti ovunque?

 

Ricordiamo più facilmente elementi e concetti bizzarri, divertenti, antropomorfici, mentre tendiamo ad ignorare ciò che è banale.

Bizarreness effect

Quel che ci appare strano o bizzarro ci resta più impresso. (Effetto bizzarria)

Humor effect 

Ricordiamo meglio ciò che ci diverte. (Effetto ironia)

Effetto Von Restorff/Effetto isolamento

È più facile ricordare ciò che si distingue dalla massa, per questo evidenziamo i concetti che vogliamo memorizzare.

Bias della negatività

Alla nostra mente piace di più soffermarsi sulle cose negative che su quelle positive.

Bias di pubblicazione

I ricercatori pubblicano di buon grado gli studi con risultati positivi, ma a volte preferiscono tralasciare quelli con risultati negativi.

Pareidolia

È la distorsione che ci porta a vedere forme, volti e espressioni umane negli oggetti, nei paesaggi, nelle nuvole. 

Anthropomorfism

Vediamo e attribuiamo caratteristiche umane ad animali, entità astratte e oggetti. (Antropomorfismo)

 

Facciamo molto caso alle cose che sono cambiate e le valutiamo in base alla situazione di partenza.

Effetto ancoraggio

La prima impressione è fondamentale. La prima informazione che riceviamo su un argomento o su una persona condiziona più di tutte future opinioni e decisioni in merito.

Effetto di contrasto

Se mangiamo un cibo aspro dopo uno dolce, ci sembrerà più aspro di quanto non sia in realtà. Perché due stimoli ravvicinati e diversi possono amplificarsi a vicenda.

Effetto contesto/framing/di formulazione

La stessa informazione viene recepita diversamente a seconda di come è presentata. Per questo non è la stessa cosa dire che un’operazione ha il 10% di probabilità di riuscire o il 90% di fallire. 

Legge di Weber-Fechner

Il valore che attribuiamo a prodotti e denaro dipende da quanto già ne possediamo ed è proporzionale all’incremento. 

Distinction bias

Un’opzione può interessarci quando è l’unica e non interessarci più quando se ne aggiunge una che ci sembra migliore. (Bias della distinzione)

 

Abbiamo bisogno di certezze. I dettagli che confermano le nostre opinioni catturano la nostra attenzione, quelli che le mettono in discussione ci sfuggono.

Bias di conferma

Vediamo ovunque segnali che confermano ciò di cui siamo convinti, forzando l’interpretazione se necessario.

Effetto Forer/Barnum/di convalida oggettiva

Descrizioni psicologiche del tutto generali ci danno la sensazione di parlare proprio di noi.

Congruence bias

Piuttosto che confrontare più ipotesi, cerchiamo di confermare quella che abbiamo già a disposizione. (Bias della congruenza)

Razionalizzazione post-hoc

Le nostre scelte sono spesso dettate da emozioni e pulsioni irrazionali, ma abbiamo bisogno di giustificarle adducendo motivazioni razionali.

Bias di supporto alla scelta

Quando abbiamo preso una decisione, facciamo di tutto per convincerci che sia stata la migliore possibile.

Percezione selettiva

Come nell’esperimento del gorilla di Simons e Chabris, quando siamo concentrati su un compito diventiamo ciechi a ciò che non è utile nell’immediato.

Effetto Rosenthal/aspettativa del soggetto

I ricercatori non possono fare a meno di condizionare i risultati degli esperimenti con le proprie aspettative. Allo stesso modo gli insegnanti influenzano i risultati degli allievi (effetto Pigmalione).

Effetto struzzo

Preferiamo ignorare le informazioni negative e le notizie che ci disturbano.

Convalida soggettiva

Crediamo più facilmente alle cose che ci fa piacere sentire. Spesso viene messo in correlazione con la segnalazione di fenomeni paranormali, gli oroscopi e le previsioni del futuro.

Persistenza di credenze screditate

Difficile smettere di credere a notizie che davamo per certe, anche se ormai ampiamente smentite. (Continued influence effect)

Effetto Semmelweis

Siccome non ci piace né cambiare idea né cambiare abitudini, dubitiamo di chi ci dice che quel facciamo è dannoso. Per questo il primo medico che suggerì l’opportunità di lavarsi le mani dopo le autopsie fu inizialmente attaccato dai suoi colleghi.

Law of narrative gravity

Le persone sono attratte dalle storie e più una storia è largamente accettata più influenza la nostra percezione di ciò che accade. (Legge di gravità narrativa)

 

Vediamo più facilmente i difetti degli altri. Per questo è probabile che chi legge questo articolo pensi che i bias cognitivi non sono un suo problema.

Bias del punto cieco

Non riusciamo a vedere i nostri pregiudizi e i nostri errori cognitivi.

Effetto terza persona

Tutti pensano che la TV e i giornali influenzino soprattutto gli altri.

Trait ascription bias

Una distorsione cognitiva che ci dà l’impressione che gli altri siano coerenti e facili da descrivere. Noi invece ci sentiamo complessi, ricchi di sfumature e indescrivibili.

Illusion of asymmetric insight

Pensiamo di capire bene gli altri ma che nessuno ci conosca davvero. (Illusione di intuizione asimmetrica)

Naïve cynicism

Gli altri ci sembrano sempre più irrazionali di noi. (Cinismo ingenuo)

Realismo ingenuo

Crediamo di conoscere la verità. Chi non è d’accordo con noi deve essere disinformato, irrazionale o non obiettivo.

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2. Bias che danno un senso alla realtà

Siamo capaci di osservare solo una piccola porzione della realtà ma vogliamo credere di avere una visione completa. E la nostra rappresentazione del mondo deve anche soddisfare i nostri bisogni di stabilità, protezione e autostima. Così creiamo collegamenti tra il poco che vediamo e quello che crediamo di sapere e aggiorniamo la nostra mappa del mondo e le nostre storie.

Vediamo schemi ricorrenti e storie anche in dati scollegati. Per completare il quadro aggiungiamo informazioni di fantasia e rapporti causa-effetto immaginari.

Clustering illusion

Vediamo pattern anche nella pura casualità, anche perché spesso osserviamo porzioni ristrette del mondo e dei fenomeni. (Illusione dello schema)

Bias della confabulazione/falsa memoria

Uniamo frammenti di ricordo e costruiamo un ricordo intero… falso.

Illusion of causality

Ci piace mettere in relazione gli eventi secondo un rapporto causa-effetto, che spesso però esiste solo nella nostra percezione errata. (Illusione di causalità)

Bucket error

A volte sopravvalutiamo la correlazione tra due fatti o caratteristiche. Così ad esempio un bambino potrebbe credere che se ha fatto un errore d’ortografia non potrà diventare uno scrittore.

Insensitivity to sample size

A volte persino i ricercatori si aspettano che anche i piccoli campioni seguano le regole generali che si riscontrano in quelli grandi. E c’è anche il rischio che si ritengano generali comportamenti casuali mostrati dai campioni piccoli. (Insensibilità alla dimensione del campione)

Fallacia aneddotica

Attribuiamo un valore generale ad un singolo fatto anziché analizzare tutti i fatti accaduti.

Illusione di validità

Crediamo alle narrazioni con cui siamo cresciuti o fatte da persone di cui ci fidiamo.

Fallacia dello spaventapasseri/Argomento fantoccio

Capita che cerchiamo di confutare le affermazioni altrui le estremizzandole e distorcendole.

Recency illusion

Quando scopriamo una cosa nuova, una parola ad esempio, spesso abbiamo la sensazione che sia appena stata creata. (Illusione di novità)

Fallacia dello scommettitore

Quel bias che ci fa pensare che un numero del lotto non estratto da tanto abbia più probabilità di uscire a breve, mentre le probabilità restano uguali ad ogni estrazione.

Fallacia della “mano calda”

Se durante una partita un giocatore fa goal, il pubblico e i compagni sentono che probabilmente segnerà di nuovo. 

Correlazione illusoria

A volte ci piace pensare che due eventi accaduti a distanza ravvicinata siano collegati anche se non lo sono affatto.

Quando ci mancano informazioni facciamo supposizioni in base a stereotipi o esperienze precedenti. E poi tendiamo a dimenticare quali dati erano certi e quali ipotetici.

Euristica della rappresentatività

Ci porta a fare supposizioni sulle persone associando alcune loro caratteristiche a nostri schemi mentali. Ci fa anche sembrare un quadro dettagliato più probabile perché più facile da rappresentare nel pensiero.

Fallacia di congiunzione/Problema di Linda

Quando ci immaginiamo le persone in un certo modo, ci sembra più probabile che abbiano un insieme di tratti tipici piuttosto che uno solo di questi tratti.  Colpa dell’euristica della rappresentatività.

Group attribution error

Tendiamo a pensare che i membri di un gruppo abbiano tutti alcune caratteristiche e opinioni che riflettono quelle del gruppo d’appartenenza, specialmente quando si tratta di persone di razze, nazionalità o credo religiosi diversi dal nostro. (Errore di attribuzione di gruppo)

Errore fondamentale di attribuzione

Tendiamo ad attribuire i comportamenti altrui alla loro personalità, ignorando l’influenza delle circostanze. Così finiamo anche per interpretare le azioni in modo da confermare giudizi e pregiudizi sulle persone.

Ultimate attribution error

Ci dà l’impressione che i comportamenti negativi di gruppi diversi dal nostro (out-groups) siano esclusivamente colpa di chi li ha messi in atto. Il contesto passa in secondo piano. (Errore definitivo di attribuzione)

Ricorso a stereotipi

Spesso attribuiamo a singoli individui comportamenti, preferenze e caratteristiche che ci sembrano tipiche dei gruppi a cui appartengono.

Essentialism

L’idea che cose o persone abbiano caratteristiche intrinseche, parte della loro essenza. (Essenzialismo)

Fissità funzionale

Se abbiamo imparato che uno strumento serve ad una determinata cosa, potremmo non accorgerci mai che sarebbe utile anche per altro.

Fallacia del mondo giusto

Alcuni credono che il destino punisca le cattive azioni e premi quelle buone, che se una persona ha successo ha necessariamente fatto bene e se le è successo qualcosa di brutto se lo sia meritato.  

Fallacia fallace

Quando cercano di dimostrarci una tesi con argomentazioni poco valide, abbiamo la sensazione che anche la tesi sia poco valida.

Belief bias

Giudichiamo le argomentazioni in base alla tesi che vogliono dimostrare. Se siamo allineati con la conclusione, allora saremo d’accordo anche con le argomentazioni. (Bias di convinzione)

Bias di autorità

Se una persona autorevole esprime un’opinione siamo propensi a crederle a prescindere, persino se parla di argomenti che non conosce.

Automation bias

Ci fidiamo troppo dei sistemi automatici, anche quando abbiamo dati che dovrebbero farci dubitare del loro operato. (Bias dell’automazione)

Effetto gregge · Bandwagon effect

Gli esseri umani sono portati a conformarsi inconsciamente alla massa, come i pedoni al semaforo, che seguono chi attraversa col rosso senza rendersene conto. (Effetto Bandwagon)

Sentiamo che le persone conosciute, quelle che ci stanno simpatiche e quelle con cui abbiamo cose in comune sono migliori degli sconosciuti, di chi non ci piace o fa parte di altri gruppi sociali, in tutto.

Effetto alone

Se ci piace una caratteristica di una persona, immaginiamo che abbia anche altri pregi. Ecco perché chi è bello ci sembra più buono. 

Bias dell’in-group

Tendiamo a giudicare meglio e a favorire le persone che fanno parte dei gruppi sociali in cui ci riconosciamo.

Bias della desiderabilità sociale

Molti sondaggi non danno risultati attendibili perché gli esseri umani non amano dare risposte che non siano socialmente accettabili. Non vogliamo essere tagliati fuori dal gruppo.

Bias di omogeneità dell’out-group

Ci sembra che le persone che appartengono ad altri gruppi abbiano più o meno tutte le stesse caratteristiche dettate dalla propria appartenenza.

Errore di identificazione interrazziale

È dimostrato che i riconoscimenti di persone di altre razze sono scarsamente attendibili, problema ricorrente nelle indagini di polizia.

Effetto cheerleader

Le persone in gruppo ci sembrano più attraenti che prese singolarmente, come nel caso tipico delle ragazze pon-pon.

Well-traveled road effect

Le strade conosciute ci sembrano più corte di quelle nuove. (Effetto strada conosciuta)

Sindrome NIH (Not invented here)

C’è chi rifiuta a prescindere idee e prodotti che vengono dall’esterno, così come fanno le multinazionali che preferiscono sviluppare autonomamente tutta la tecnologia di cui hanno bisogno. (Sindrome non inventato qui)

Svalutazione reattiva

Spesso un’idea non ci piace perché non ci piace chi l’ha proposta.

Positivity effect

Invecchiando si tende a vedere il passato in una luce più rosea. Diventa più facile concentrarsi sugli stimoli positivi. (Effetto positività)

Il nostro subconscio non capisce la matematica e le statistiche, quindi semplifica e distorce numeri e probabilità.

 Contabilità mentale

La stessa cifra di denaro ha un valore diverso a seconda di come l’abbiamo guadagnata e anche di come vorremmo spenderla.

Bias di normalità

Tendiamo a pensare che a noi non capiterà e non ci prepariamo ad affrontare disastri incombenti.

Appeal to probability fallacy

A volte confondiamo la probabilità che una cosa accada con la certezza che accada. (Richiamo della fallacia di probabilità)

Fallacia del tasso di base

In una città in cui l’80% dei taxi è bianco e il 20% è nero, potremmo veder passare due taxi neri e convincerci che sia più probabile vedere un taxi nero che uno bianco. (Base-rate fallacy)

La legge di Murphy

“Se qualcosa può andar male, lo farà”. E per il bias di conferma se ne siamo convinti troveremo infinite prove.

Legge di Hofstadter

“Legge di Hofstadter: Per fare una cosa ci vuole sempre più tempo di quanto si pensi, anche tenendo conto della Legge di Hofstadter.”

Fallacia della pianificazione

Siamo sempre troppo ottimisti quando dobbiamo stabilire quanto tempo serve per svolgere dei compiti.

Subadditivity effect

Spesso ci sembra che la probabilità che accada un insieme di cose sia inferiore alla somma delle probabilità che accada ognuna di esse. (Effetto di subadditività)

Bias della sopravvivenza

Siccome le storie di quelli che ce l’hanno fatta sono molto più conosciute di quelle andate male, è facile sopravvalutare le speranze di successo di un progetto.

Zero sum bias

Spesso sentiamo di dover competere con gli altri per accaparrarci risorse limitate anche quando ce ne sarebbe per tutti. (Bias della somma zero)

Denomination effect

È quel meccanismo per cui ci viene più facile spendere 5 banconote da 10€ piuttosto che una da 50€. (Effetto taglio delle banconote)

Legge di Miller: Numero magico 7+- 2

Pare che gli esseri umani riescano a gestire a mente in contemporanea un numero di elementi che varia da 5 a 9.

Illusione del corpo del nuotatore

O di come possiamo confondere la causa con l’effetto. 

Illusione monetaria

Il nostro pensiero intuitivo ci dice che una cifra di denaro ha un valore costante nel tempo. 

Neglect of probability

Il nostro inconscio non capisce le statistiche, quindi facciamo scelte in funzione di diversi scenari trascurando la probabilità che ognuno di essi ha di verificarsi.

Pensiamo di sapere quel che pensano gli altri. Spesso attribuiamo loro la nostra stessa visione del mondo e crediamo che pensino a noi quanto lo facciamo noi stessi.

Maledizione della conoscenza

Capita che ci si abitui talmente ad un linguaggio tecnico o accademico da dimenticare che la maggior parte delle persone non lo capiscono.

Illusione di trasparenza

Diamo per scontato che gli altri sappiano come ci sentiamo e cosa stiamo pensando.

Effetto riflettore

Ci sentiamo molto più osservati di quanto non siamo realmente, soprattutto quando siamo a disagio.

Illusion of external agency

A volte il fatto di sapere che una persona o un sistema automatico ha scelto qualcosa per noi in base ai nostri gusti ci porta ad essere più soddisfatti di quel che riceviamo, forse anche grazie al bias di conferma.

Un’altra interpretazione di questo bias è che attribuiamo i risultati che otteniamo a cause esterne più che a fattori che possiamo controllare.  

Extrinsic incentive error

Immaginiamo che gli altri agiscano per motivazioni esterne, come il denaro, piuttosto che per raggiungere obiettivi personali. (Errore di incentivo estrinseco)

Proiettiamo il mindset e le certezze di oggi sugli eventi passati e futuri.

Bias del senno di poi/Errore di giudizio retrospettivo

Quando un evento si è verificato, ci sembra che fosse del tutto prevedibile.

Bias di risultato

Giudichiamo una decisione giusta o sbagliata in base a ciò che è successo dopo o ad informazioni che abbiamo avuto solo successivamente.

Moral luck

Attribuiamo un valore morale alle azioni anche quando chi le ha compiute non poteva conoscerne o controllarne le conseguenze. (Fortuna morale)

Declinismo/Bias del declino

È la sensazione che tutto stia inesorabilmente peggiorando.

Effetto telescopio

Gli eventi vicini ci sembrano più lontani e quelli lontani più vicini di quanto non siano realmente.

Retrospettiva rosea

A tanti il passato sembra sempre meglio del presente. Si stava meglio quando si stava peggio insomma.

Bias di impatto

Tendiamo a sopravvalutare l’impatto emotivo negativo che avranno su di noi gli eventi futuri.

Bias del pessimismo

È il bias di chi pensa sempre che le cose andranno male.

Bias del risparmio di tempo

Abbiamo difficoltà a valutare il tempo che possiamo risparmiare accelerando o decelerando: lo sovrastimiamo o sottostimiamo a seconda della velocità di partenza.

Pro-innovation bias

Quando l’innovazione ci sembra buona a prescindere. (Bias pro-innovazione)

Projection bias

Valutiamo gli eventi futuri in base alle emozioni del presente. Se sei stanco o di malumore e ti propongono di andare ad una festa tra due settimane probabilmente non apprezzerai l’invito. (Bias di proiezione)

Restraint bias

La tendenza a sopravvalutare il proprio autocontrollo, che è all’origine di molte dipendenze. (Bias dell’autocontrollo)

Self-consistency bias

Ci piace immaginarci con una personalità costante nel tempo, così ci rappresentiamo le azioni passate in modo che riflettano i pensieri di oggi. (Bias di auto-coerenza)

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3. Bias per agire velocemente

La nostra specie è sopravvissuta perché capace di prendere decisioni rapide, anche con informazioni insufficienti. Ancora oggi ci facciamo bastare quel poco che crediamo di sapere e ci muoviamo di conseguenza.

Dobbiamo essere convinti che le nostre azioni abbiano un’utilità e di essere capaci di portarle a termine. È una certezza spesso infondata, ma senza di essa resteremmo paralizzati.

Bias egocentrico

Tendiamo a interpretare ogni cosa dalla nostra prospettiva e in base a quanto influenza la nostra vita.

Overconfidence effect

Va bene credere in noi stessi, ma spesso sopravvalutiamo le nostre risorse. (Effetto eccessiva fiducia)

Bias dell’ottimismo

Molti di noi tendono a pensare che le cose andranno meglio di quanto è realistico immaginare.

Effetto lampione

Preferiamo cercare le cose dove è più facile cercarle, anziché dove è più facile trovarle.

Illusione di controllo

A volte sopravvalutiamo la nostra capacità di controllare eventi che dipendono poco o nulla da noi.

Effetto del falso consenso

Altre volte proiettiamo il nostro modo di pensare sugli altri e pensiamo che la maggior parte di loro farebbe le nostre stesse scelte.

Effetto Dunning-Kruger

Più conosciamo un argomento e più ci sembra di aver ancora tantissimo da imparare. Meno  ne sappiamo e più crediamo di saperne abbastanza.

Hard-easy effect

È una distorsione cognitiva che ci rende difficile stimare le nostre conoscenze e abilità per cui: sottovalutiamo i compiti difficili e sopravvalutiamo quelli facili. (Effetto facile-difficile)

Superiorità illusoria

A volte ci piace pensare di saper fare delle cose meglio degli altri perché vogliamo sentirci speciali. All’estremo opposto c’è chi ha la sindrome dell’impostore.

Effetto Lake Wobegone

È la tendenza di chi sopravvaluta le proprie abilità e ignora i propri difetti.

Pregiudizio egoistico

Ci raccontiamo gli eventi “aggiustandoli” per non mettere a rischio la nostra autostima. (Self-serving bias)

Acquisizione di credenziali morali

A volte il fatto di aver agito in modo corretto in passato ci fa sentire in diritto di agire meno correttamente oggi.

Bias attore-osservatore

Tendiamo ad attribuire i nostri insuccessi alle circostanze e quelli degli altri ai loro difetti.

Ipotesi di attribuzione difensiva

In caso di eventi con conseguenze gravi attribuiamo maggiori responsabilità a chi li ha causati, soprattutto se hanno fatto qualcosa che non fa parte delle nostre abitudini.

Giustificazione dello sforzo

Cerchiamo di allineare le nostre convinzioni per ridurre la dissonanza cognitiva, che ci provoca disagio e tensione. Per questo attribuiamo ad ogni risultato una valore proporzionale all’impegno che è servito per raggiungerlo.

Compensazione del rischio

Più ci sentiamo protetti e più rischiamo. Per questo anche quando i dispositivi di sicurezza diventano più efficaci le statistiche sugli incidenti tendono a restare invariate.

Effetto Peltzman

Per via del bias di compensazione del rischio, quando vengono resi obbligatori dei dispositivi di protezione aumentano i comportamenti rischiosi.

Armchair fallacy

È la fallacia argomentativa di chi afferma che solo chi ha fatto qualcosa di simile, ma migliore, possa muovere delle critiche ad un prodotto o servizio. (Fallacia della poltrona)

Diamo più importanza alle cose vicine, temporalmente o affettivamente; al presente piuttosto che al futuro e alle storie di persone riconoscibili piuttosto che a gruppi o individui anonimi.

Sconto iperbolico

Meglio un uovo oggi che una gallina domani. Per la maggior parte degli esseri umani una ricompensa nel presente vale molto di più di una maggiore in futuro. 

Appeal to novelty

Quando la novità viene proposta e percepita come migliore in quanto tale e prima di considerarne vantaggi e svantaggi. (Richiamo della novità)

Effetto della vittima identificabile

Ci preoccupiamo di più per un singolo bambino in pericolo di cui abbiamo visto la faccia in tv, che per migliaia di bambini la cui vita potrebbe essere messa a rischio da certe iniziative.

Euristica dell’affetto

Ci porta ad agire in base ai sentimenti, anziché per motivazioni razionali, e spesso non lo vogliamo ammettere neanche a noi stessi.

Tendiamo a completare i compiti su cui abbiamo già investito energia. Questo ci aiuta a portare a termine le cose, ma ci spinge anche a perseverare quando emergono motivi validi per lasciar perdere.

Fallacia del costo irrecuperabile

È il motivo per cui continuiamo ad impegnarci in qualcosa anche quando sarebbe meglio cambiare obiettivo: sentiamo che se molliamo le risorse investite andranno perse. (Sunk cost fallacy)

Intensificazione (irrazionale) dell’impegno

È la nostra tendenza a moltiplicare gli sforzi quando le cose vanno male. Può portarci a decisioni irrazionali per restare coerenti con scelte passate o per spirito di competizione (come succedere durante le aste). 

Effetto IKEA

Quando facciamo qualcosa con le nostre mani, siamo pronti ad investirci molto più tempo e denaro di quello che servirebbe per acquistarlo già fatto.

Generation effect

Ricordiamo più facilmente le idee che abbiamo prodotto noi stessi rispetto a quelle che abbiamo appreso da altri. (Effetto generazione)

Bias del rischio zero 

Le soluzioni senza rischi ci piacciono di più anche quando non sono davvero le più convenienti. Infatti amiamo molto le offerte soddisfatti-o-rimborsati e i periodi di prova gratuiti.

Effetto di disposizione

Facciamo fatica a liberarci di investimenti andati male perché non vogliamo ammettere di aver sbagliato.

Unit bias

Ci sentiamo così in dovere di portare a termine un compito che dimentichiamo di considerare la sua dimensione. Uno dei motivi per cui porzioni più grandi inducono a mangiare di più. (Bias dell’unità)

Pseudocertainty effect

A volte decidiamo di compiere delle azioni perché diamo per scontato il loro esito positivo, anche se scontato non è. (Effetto pseudocertezza)

Effetto backfire

Quando una notizia mette in discussione certezze legate ai nostri valori, siamo portati ad arroccarci ancora di più sulle nostre posizioni. (Effetto ritorno di fiamma)

 

Per evitare errori rifuggiamo le opzioni che percepiamo rischiose e manteniamo le cose come stanno, anche quando questa è la scelta più rischiosa di tutte.

Effetto dotazione

Siamo attaccati alle cose che possediamo anche se non le usiamo o non ci piacciono particolarmente.

Avversione alla perdita/privazione/Euristica affettiva

Le persone attribuiscono più valore ai beni che possiedono rispetto ad altri analoghi disponibili sul mercato. È un riflesso dell’effetto dotazione.

Effetto certezza

Tra un’opzione dal risultato incerto ma potenzialmente molto vantaggioso e una dal risultato certo meno interessante, di solito scegliamo la sicurezza.

Bias di omissione

Nelle situazioni rischiose non agire e non scegliere può darci un’illusione di sicurezza.

Giusticazione del sistema

Possiamo giustificare un sistema pur sapendo che è ingiusto, perché soddisfa dei nostri bisogni profondi, come il senso di sicurezza e protezione.

Reattanza

Alcune persone si oppongono ad ogni regola o situazione che percepiscono come una minaccia alla propria libertà.

Psicologia inversa

A volte tendiamo a fare il contrario di quel che ci suggeriscono e formarci opinioni sulla base di puro spirito di contraddizione.

Effetto esca/della dominanza asimmetrica

Quando c’è da scegliere tra due prodotti, l’aggiunta di un terzo prodotto meno conveniente del più costoso può portare all’acquisto di quest’ultimo.

Social comparison bias

Le persone che percepiamo migliori di noi nell’aspetto, nelle capacità e nelle risorse tendono a starci antipatiche. (Bias di comparazione sociale)

Bias dello status quo

Preferiamo ciò a cui siamo abituati. Così ragiona il nostro cervello intuitivo. Avversione alle perdite, effetto dotazione e sforzo cognitivo: lo status quo bias è l’unione di questi effetti.

Paradosso di Abilene

Può accadere che in un gruppo si prenda una decisione controproducente per tutti perché ognuno pensa che gli altri siano favorevoli (e non osa opporsi).

Legge dello strumento/Martello di Maslow

“Chi sa usare solo il martello vedrà chiodi ovunque”. Le cose che conosciamo o sappiamo fare condizionano la nostra visione del mondo.

Fallacy of Chesterton’s fence

Potremmo essere tentati di cambiare cose che ci sembrano senza senso. Tuttavia il principio della recinzione di Chesterton ci invita a cercare di capire prima perché queste cose sono state create e poi valutare con cognizione di causa se sia il caso di eliminarle. (Fallacia della recinzione di Chesterton)

Hippo problem

È difficile mettere in discussione le opinioni della persona più importante di un gruppo. (Problema dell’ippopotamo)

Preferiamo le opzioni facili o su cui abbiamo più informazioni. Scegliamo di fare le cose che richiedono meno tempo piuttosto che quelle complesse ma più importanti.

Ambiguity bias

Preferiamo opzioni che garantiscono un risultato sicuro e costante a quelle che offrono risultati potenzialmente migliori ma incerti. È il motivo per cui si preferiscono i mutui a tasso fisso nonostante il variabile sia di solito più conveniente. (Effetto ambiguità)

Information bias

Prima di prendere una decisione sentiamo il bisogno di raccogliere più informazioni che possiamo, comprese quelle irrilevanti per la decisione. (Bias dell’informazione)

Bike-shedding effect/Law of triviality

A volte dedichiamo molto tempo ai dettagli di un progetto e lasciamo per ultime le questioni fondamentali. (Effetto stalli per le bici/Legge dei dettagli futili)

Delmore effect

Preferiamo pianificare e stabilire obiettivi per gli aspetti meno importanti della nostra vita che per quelli che hanno un grande impatto. (Effetto Delmore)

Occam’s razor fallacy

Il rasoio di Occam è un modello mentale molto popolare che ci spinge a fare e spiegare le cose nel modo più semplice. Tuttavia il mondo e i suoi problemi si stanno rivelando sempre più complessi, da descrivere e da risolvere. (Principio di economia)

Less-is-better effect

Una sciarpa costosa può apparirci un regalo migliore di un cappotto poco costoso. (Effetto meno è meglio)

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4. Bias cognitivi e memoria

Il mondo è ricchissimo di informazioni, ma la nostra capacità di memoria è limitata. Così siamo costretti a tenere a mente solo quello che riteniamo ci possa tornare utile in futuro: ciò che passa i filtri dell’informazione e che soddisfa il nostro bisogno di significato.

Per risparmiare spazio ricordiamo soprattutto generalizzazioni e quando non riusciamo a generalizzare memorizziamo i dettagli più evidenti e lasciamo andare il resto.

Modifichiamo i ricordi, cancellando dettagli reali e aggiungendone altri mai esistiti.

Errata attribuzione

I nostri ricordi non sono sempre affidabili e ciò può dipendere dalla confusione delle fonti, dalla confabulazione e dalla cryptomnesia.

Confusione delle fonti

Confondiamo i ricordi che derivano dalla nostra esperienza con quelli che ci arrivano dai racconti degli altri.

Falso ricordo/Confabulazione/Effetto Mandela

Possiamo creare ricordi di eventi mai esistiti sulla base di racconti oppure mettendo insieme frammenti di ricordo e aggiungendo i tasselli mancanti.

Criptomnesia

A volte crediamo che un’idea sia nata nella nostra testa mentre ci è arrivata da un’altra persona.

Suggestionabilità

I nostri ricordi possono essere alterati da messaggi ripetuti e dall’influenza degli altri. Succede soprattutto ai bambini.

Effetto spacing

Ci restano più impresse le cose che vediamo, sentiamo o leggiamo più volte ma in momenti diversi. (Effetto spaziatura)

Tendiamo ad ignorare caratteristiche specifiche di cose e persone e a generalizzare, sulla base di associazioni di idee, stereotipi e pregiudizi.

Stereotipi

Associamo alle persone caratteristiche in base ai gruppi a cui appartengono.

Pregiudizi

Diamo per certe dicerie e luoghi comuni su cose o persone che non conosciamo.

FAB, Fading affect bias

Tendiamo a dimenticare le emozioni negative associate ad esperienze passate. (Bias dell’emozione che svanisce)

In caso di eventi e liste, difficili da semplificare, memorizziamo alcuni elementi che ci sembrano importanti e tralasciamo gli altri.

Leveling and sharpening

Sono i due processi spesso inconsci con cui reinterpretiamo le storie perché trasmettano un certo significato o la nostra visione del mondo. Enfatizziamo alcune parti e le rafforziamo con dettagli inventati (sharpening), tralasciamo altre parti o le smussiamo (leveling).

Misinformation effect

Anche se abbiamo assistito di persona a un evento i nostri ricordi possono essere alterati da informazioni non corrette che ci arrivano successivamente. (Effetto disinformazione)

Duration neglect

Memorizziamo gli eventi dolorosi dando poca importanza al tempo: se il dolore impiega molto a passare possiamo classificare l’esperienza come più dolorosa, ma fondamentalmente ci ricordiamo solo della fine e del picco. (Negazione della durata)

Regola Picco-fine

Ricordiamo soprattutto quel che abbiamo provato alla fine di un’esperienza e nella sua parte emotivamente più intensa. (Peak-end rule)

Serial recall effect

Ci è più facile ripescare dalla memoria gli eventi nell’ordine in cui sono avvenuti e le informazioni nell’ordine in cui le abbiamo registrate. Questo effetto diminuisce con l’allungarsi della lista o sequenza. (Effetto richiamo seriale)

Modality effect

Il modo in cui le informazioni ci vengono presentate influisce sulla capacità di ricordarle. Ad esempio è più facile ricordare una lista se oltre a vederla scritta la sentiamo ripetere. (Effetto modalità)

Memory inhibition

La capacità di dimenticare informazioni non rilevanti. (Inibizione di memoria)

Part-list/Part-set cuing effect

È il fenomeno controintuitivo per cui a volte è più facile ricordare una lista da zero piuttosto che a partire da alcuni suoi elementi. Il suggerimento di una parte della lista può inibire la memoria del resto. (Effetto di part-set cuing)

Effetto primacy

Ricordiamo meglio l’inizio di un discorso rispetto alla parte centrale e lo stesso vale per gli elenchi. (Effetto primato)

Effetto recency

Più facile riportare alla mente ciò che si è imparato per ultimo e quindi gli elementi alla fine di una lista o la conclusione di un discorso. (Effetto vicinanza nel tempo)

Effetto posizione seriale

La posizione di un elemento all’interno di un elenco influisce sulla nostra capacità di memorizzarlo, per gli effetti di recency e primacy.

Suffix effect

Se alla lista segue un suffisso anche irrilevante, diventa difficile ricordare gli ultimi elementi che lo precedono. (Effetto suffisso)

La qualità dei nostri ricordi dipende da come abbiamo acquisito e percepito le informazioni. Purtroppo ha poco a che fare con la loro effettiva importanza.

Effetto di superiorità dell’immagine

Ricordiamo le immagini più facilmente delle parole.

Rhyme as reason effect

Forse perché sono più facili da memorizzare, le frasi in rima ci sembrano più vere.

Levels of processing effect

Più abbiamo analizzato a fondo un tema, più facilmente lo ricorderemo. (Effetto del livello di elaborazione)

Processing difficulty effect

I concetti che abbiamo impiegato più tempo a capire sono quelli che ricorderemo più a lungo. (Effetto difficoltà di elaborazione)

Effetto testing

Testare le conoscenze, rispondendo a domande scritte o orali, ci aiuta a consolidare le conoscenze e a mantenerle nel tempo.

Effetto Zeigarnik

Ricordiamo più facilmente i compiti che abbiamo lasciato a metà.

Absent-mindedness

Probabilmente non ricorderemo ciò che stiamo vedendo o sentendo mentre siamo distratti dall’ambiente circostante o semplicemente concentrati su qualcos’altro. (Distrazione)

Next-in-line effect

Quando sta per arrivare il nostro turno di parlare o esibirci in pubblico, la nostra memoria funziona male. Ecco perché un attimo dopo esserci presentati a qualcuno ci rendiamo conto di non ricordarne il nome. (Effetto prossimo della fila)

Effetto “ce l’ho sulla punta della lingua”

Quando sappiamo di avere un’informazione in memoria ma non riusciamo proprio a tirarla fuori.

Effetto Google o Amnesia digitale

E se l’avere informazioni sempre a portata di mano grazie a internet ci stesse facendo perdere la capacità di memorizzare? 

Self-relevance effect

Ricordiamo più facilmente le cose che in qualche modo ci riguardano. (Effetto importanza per sé)

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