Cerchiamo grandi famiglie che ci facciano sentire riconosciuti. Persone diverse ma simili. Potenziali alleati. Per questo, e perché in gruppo ci si diverte, oggi si parla sempre più dei coliving.
Cos’è un coliving?
Il coliving è una comunità intenzionale, cioè un gruppo spontaneo che condivide valori e decide di condividere anche spazi e momenti della vita quotidiana, spesso per periodi di tempo limitati.
Dall’inglese co-living = vivere insieme, abitare condiviso di almeno due persone non parenti, e casa che li ospita.
Dentro un appartamento o un intero edificio, in questo modo di abitare si affiancano spazi privati e spazi comuni. Idealmente, ogni coliver ha la propria camera e accesso alle aree di tutti, come cucina, soggiorno, coworking, giardino, lavanderia.
Nelle aree sociali le vite si incrociano e nascono continuamente occasioni per interagire, da cogliere in base a impegni e bisogni. Spesso chi coabita organizza anche attività collettive e conviviali che rafforzano il gruppo e creano spazio per stare insieme e conoscersi.
Tipi di coliving
Esistono due tipi di coliving: quelli autogestiti dalle persone che ne fanno parte e quelli messi a disposizione da aziende o singoli come attività commerciali.
Coliving auto-organizzato
Un coliving autorganizzato nasce quando più persone con una visione della vita simile si mettono d’accordo per abitare insieme in un certo posto e per un periodo prestabilito. Può darsi che uno di loro abbia a disposizione una casa e voglia condividerla con altri. In caso contrario qualcuno cercherà per il gruppo una o più abitazioni in affitto nella zona scelta.
I coliving autorganizzati che conosco hanno avuto tra 6 e 13 abitanti. Tutti comprendevano ampi spazi condivisi in cui si poteva lavorare al computer, cucina attrezzata e giardino. E molti bagni.
Coliving commerciale
I coliving commerciali sono simili a ostelli con camere singole o doppie e ampi spazi comuni per socializzare e lavorare. Possono aggregare molte persone per rendere l’attività economicamente sostenibile, un numero medio di camere potrebbe essere 20. Sono sempre più pensati per chi lavora in remoto, dai nomadi digitali ai dipendenti in smart working.
Il vantaggio qui è che se paghi il posto è tuo. Lo svantaggio è che potrebbe esserci meno affinità con gli altri abitanti, perché non è detto che chi organizza sia interessato a creare una vera community e faccia un qualche tipo di selezione. Il prezzo sarà più alto. Le regole già stabilite da qualcun altro.
Vantaggi del coliving
Tutti i coliving permettono di risparmiare, sull’affitto e sulle spese d’ufficio. Di lavorare da casa senza sentirsi isolati. Ma i coliving che preferisco sono comunità intenzionali, con molti più vantaggi:
- Vivere con persone che condividono la tua visione della vita. Like-minded people.
Andare sempre controcorrente è faticoso. Avere accanto persone che ti capiscono significa più energia per coltivare i tuoi progetti.
- Dare e avere supporto.
Il coliving è un abitare collaborativo, dove si dà e si offre supporto a seconda delle proprie possibilità. Nei coliving ben riusciti si respira presto un senso di famiglia, una famiglia allargata che ci siamo scelti.
- Avere una vita sociale in casa.
Avere intorno persone affini disinnesca alcuni automatismi della vita da single. Non avrai più la smania di uscire per vedere gente. Uscirai perché ti va. E la tua vita sociale sarà meno vincolata a situazioni preconfezionate come la cena fuori e l’aperitivo.
- Poter avere una vita sociale ricca anche in campagna.
Grazie ai coliving potrebbe non esserci più bisogno di scegliere tra il contatto con la natura e le occasioni di interazione. Una vera salvezza in tempo di città che ad ogni chiusura perdono gran parte della propria ragion d’essere. Una speranza di riscatto per le aree interne spopolate.
Svantaggi del coliving
Vivere insieme è bello ma, ammettiamolo, non sempre semplice. I principali svantaggi di un coliving sono:
- Poca autonomia decisionale
Non è solo casa tua, quindi dovrai sottostare a regole comuni e trattare quando serve.
- Difficoltà di conciliare diverse visioni sulla gestione della casa
Le questioni più dibattute riguardano le pulizie, le spese comuni e gli ospiti.
- Difficoltà di trovare compromessi quando si hanno routine e orari molto diversi.
Il tema principale qui è il bisogno di silenzio: non tutti vogliono andare a dormire o lavorare alla stessa ora. Se gli spazi sono inadeguati o troppo affollati, la vita sociale può entrare in conflitto col lavoro e il sonno degli altri.
- Rischio di trovarsi a stretto contatto con persone caratterialmente incompatibili.
Purtroppo per andare d’accordo non basta pensarla allo stesso modo sui massimi sistemi. La quotidianità è fatta di piccole cose concrete e vibrazioni.
Per quanti accorgimenti si possano prendere, la riuscita di una convivenza non è mai garantita. Una buona idea potrebbe essere quella di organizzare delle esperienze di coliving di prova brevi, di un mese massimo, prorogabili se tutto va bene.
Differenza tra coliving e condivisione di appartamento
Prendere in affitto una camera in un appartamento con altre persone è il più delle volte una costrizione dovuta all’impossibilità di sostenere da soli il costo di una casa. Spesso si finisce a vivere con persone casuali, in case senza soggiorno e con cucine inospitali, che presto o tardi portano chiunque a desiderare la solitudine. Ci convinciamo che potremo essere felici solo in una casa tutta nostra, o in una convivenza di coppia. E invece…
Rispetto alla solita condivisione di appartamenti in città, il coliving:
- È una scelta. Viviamo con persone affini per conoscerle anche nel quotidiano e sostenerci a vicenda. Coabitiamo perché lavorare a distanza non deve significare per forza lavorare da soli.
- È pensato per ridurre gli attriti della convivenza, dando a ognuno il suo spazio.
Con camere private comode e ampie aree comuni per poter decidere quando stare soli o in compagnia. - E per esaltare il bello di vivere insieme, con luoghi e momenti in cui socializzare è un piacere.
- Spesso è un’esperienza a brevissimo termine, di uno o pochi mesi.
Differenza tra coliving e cohousing
Coliving e cohousing sono due tipi di comunità intenzionali, con varie differenze.
In un coliving si condividono gli spazi comuni di un alloggio. È un’esperienza a carattere transitorio, tipica di chi si sposta di frequente. È pensato per chi lavora da casa.
Si paga l’affitto. Se è un coliving autogestito puoi partecipare alla scelta del luogo e della struttura più adatta.
Di solito il cohousing è un gruppo di case che condividono spazi accessori come cucina comune, lavanderia, giardini, orti, spazi per i bambini. Nella maggior parte dei casi single, coppie o famiglie decidono di vivere insieme e si organizzano per farlo, a tempo indeterminato. Comprano delle abitazioni e magari le ristrutturano. Molti cohousing nascono con l’idea di ripopolare dei borghi o la campagna.
Differenza tra coliving e coworking
Coliving e coworking sono spazi condivisi diversi che tendono ad andare a braccetto.
I coliving sono focalizzati sull’abitare insieme. I coworking sul lavorare accanto a persone che non fanno parte della stessa azienda e magari svolgono attività totalmente diverse, in postazioni di lavoro, cioè scrivanie una accanto all’altra in open space.
Di solito però i coliving contengono anche un coworking e ci si può lavorare. Sarà che oggi il lavoro d’ufficio si svolge prevalentemente al computer e si può portare avanti in remoto. Sarà che i coliving sono spesso frequentati da nomadi digitali, che un ufficio non ce l’hanno.
Cercare un coworking ha meno senso quando abiti con tante persone con cui scambi quotidianamente esperienze e competenze. Ma c’è chi lo fa comunque per allargare la propria cerchia di contatti o perché preferisce tenere casa e lavoro del tutto separati.
Coliving e nomadi digitali
Coliving e nomadi digitali diventano sempre più un binomio. I nomadi digitali sono attratti dalla possibilità di trovare in giro per il mondo delle community che li accolgano e i coliving sono fatti apposta per favorirne la nascita.
I nomadi digitali italiani (NDI) hanno iniziato a organizzare coliving a fine 2020. Siamo a due esperienze, una a Lanzarote e una tripla a Bansko, con 3 chalet occupati per un mese a luglio 2021.
Che caratteristiche deve avere un coliving?
Alcune caratteristiche del coliving sono più importanti di altre:
- Ospitare tra le 6 e le 10 persone, perché si crei un senso di piccola comunità. Con meno persone ci sarebbero meno stimoli, con più persone si formerebbero sottogruppi e non si riuscirebbe a interagire con tutti.
- Ogni persona o coppia deve avere una camera privata, meglio se con bagno
- Spazi comuni grandi
- Spazi per la convivialità lontani da spazi per dormire e lavorare
- Giardino vivibile
- Facile da tenere pulito. La vita è più semplice se c’è la lavastoviglie e pulizie settimanali da parte di esterni.
- È talmente ovvio che me lo stavo dimenticando: connessione internet veloce!
In caso di coliving temporaneo, ad esempio, il tipo di alloggio dipende molto dall’offerta nella zona prescelta. Non è detto che sia disponibile la casa dei nostri sogni e se non c’è modo di trovare un compromesso possiamo solo cambiare posto.
Se stai progettando un coliving permanente e soprattutto se hai anche obiettivi commerciali, la ristrutturazione è un’opzione per arrivare ad avere gli spazi adatti.
In ogni caso persone diverse possono ritenere più importanti aspetti diversi dell’abitazione e della convivenza. Dopo l’esperienza con i Nomadi Digitali Italiani a Bansko, ho cercato di raccogliere anche le opinioni dei miei compagni e di fare una lista di requisiti per coliving che mettesse insieme più punti di vista.