Forse anche tu hai pensato in qualche momento della tua vita che meditare fosse sedersi a gambe incrociate, unire pollice e indice e fissare l’orizzonte. E non è del tutto sbagliato. Però esistono tanti tipi di meditazione, che prevedono posizioni e azioni diverse. Lo scopo comune è portare la mente verso un simile stato di pace e lucidità.
Tipi di meditazione fondamentali
Prima di tutto è utile sapere che tutte le meditazioni appartengono a uno di questi gruppi:
- Meditazioni basate sulla consapevolezza o consapevoli, in cui si limita ad osservare cosa accade dentro di noi.
- Meditazioni concentrative, in cui si chiede alla mente di fare qualcosa.
- Meditazioni dinamiche, che coinvolgono attivamente il corpo.
1. Mantra
I mantra sono formule di una o più parole che possiamo ripetere o cantare, in pratica meditazioni concentrative basate su parole e suoni. La ripetizione, il significato e la vibrazione prodotta dai suoni riescono a portare la mente in uno stato di focus e calma profonda.
In alcune tradizioni i mantra corrispondono a preghiere – come il Nam Myoho Renge Kyo buddista – ma esistono anche mantra laici. Nella scuola di meditazione che frequentavo ci facevano ripetere mentalmente “io sono luce e splendore”. Provaci! Non ti sente nessuno, e ti fa sentire meglio.
2. Meditazione trascendentale
La meditazione trascendentale mi affascina particolarmente perché la pratica quel genio di David Lynch. Che poi non si limita a praticarla: fa proprio da ambasciatore e la rende accessibile a persone con gravi traumi psicologici da superare, attraverso la sua David Lynch Foundation. Questo tipo di meditazione richiede un piccolo investimento iniziale perché si può imparare solo da un insegnante qualificato. Grazie ad un mantra, il maestro guida l’allievo a trovare senza sforzo uno stato di tranquillità mentale, un silenzio facile da replicare anche da soli, perché dopo averlo sperimentato la mente tenderà a tornarci. Torna all’indice3. Meditazione cristiana
Forse non ci hai mai pensato ma il rosario e tutte le formule ripetute più e più volte appartenenti alla liturgia cattolica e cristiana sono del tutto simili a dei mantra, e sono anch’esse forme di meditazione concentrativa. Esistono poi delle forme di meditazione analitica, cioè riflessioni interiori intorno a concetti religiosi, a partire da letture di passi della Bibbia o del Vangelo. Insomma, niente di troppo diverso da quanto avviene nella tradizione buddista e zen. Torna all’indice4. Meditazione vipassana
Buddha riscoprì questa pratica antica già allora e la insegnò come metodo per liberarsi dalla sofferenza. Vipassana è una meditazione consapevole per sviluppare l’equanimità: la capacità di registrare fatti e sensazioni senza farsi coinvolgere da essi. La meditazione vipassana si è diffusa grazie a S. N. Goenka, maestro birmano che per primo ha iniziato a insegnarla in inglese. Il suo metodo prevede dei ritiri di meditazione di dieci giorni molto impegnativi per la mente e per il corpo: si sta seduti immobili e in silenzio per ore, senza possibilità di deroghe. Torna all’indice5. Meditazione metta
Metta è un’antica parola indiana che significa gentilezza amorevole. È una meditazione che insegna a voler bene a se stessi e agli altri, a riconoscere la bellezza e a essere grati. Dopo un rilassamento iniziale basato sul respiro, si inizia a ripetere mentalmente la formula tradizionale: Possa io essere al sicuro. Possa io essere felice. Possa io essere in salute. Possa la mia mente essere in pace. L’augurio si rivolge poi alle persone che sentiamo più vicine, poi a quelle che ci stanno indifferenti e infine a quelle che ci sono ostili, fino a coinvolgere tutti gli esseri viventi. Torna all’indice6. Meditazione zen
Lo zen o zazen nasce nasce dalla contaminazione tra buddismo e cultura dell’estremo oriente. È una meditazione basata sulla consapevolezza: ai principianti si consiglia di osservare i propri respiri e contarli, ma i meditatori zen più esperti riescono ad essere totalmente presenti anche senza far niente.
Lo zazen è una pratica di gruppo, con un preciso rituale. Sessioni di meditazione vera e propria, seduti ad occhi semiaperti su cuscini o panchetti per circa 20 minuti, si alternano a camminate in stato meditativo in processione (kinin).
7. Meditazione mindfulness
La mindfulness è la versione secolarizzata della meditazione buddista e zen, elaborata da Jon Kabat-Zinn come terapia per la riduzione dello stress. Consiste quindi nell’osservazione senza giudizio del respiro e delle sensazioni che si producono all’interno del corpo.
È perfetta per chi si avvicina alla meditazione perché meno rigida e prescrittiva. È poi è facile trovare meditazioni mindfulness guidate, in cui la voce del maestro scandisce le fasi della pratica aiutando a mantenere il focus.
8. Ho’oponopono
Ho’oponopono è una meditazione di origini hawaiane composta da quattro mantra, che aiutano a interiorizzare i concetti di perdono e riconciliazione, verso noi stessi e gli altri: Mi dispiace, Perdonami, Grazie, Ti amo.
Queste formule, radicate nella cultura ancestrale delle isole, sono diventate popolari grazie al dottor Hew Len. Lo psicologo le avrebbe usate su se stesso con successo, riuscendo a instaurare relazioni positive e a curare i pazienti di un difficile reparto psichiatrico. Il metodo è stato poi brevettato come Self I-Dentity through Ho’oponopono® (SITH®).
Se sei come me, farai molta fatica ad accettare l’idea di ripetere queste parole. Ma varrebbe la pena di provarci perché è scientificamente provato che le ripetizioni lavorino sul nostro subconscio.
9. Meditazione dinamica
Osho per primo ha modellato la meditazione dinamica sulle esigenze degli individui nella società occidentale. Tra queste, la difficoltà di star seduti a lungo e la disconnessione tra mente e corpo.
La pratica prevede diverse fasi in movimento che servono a dar sfogo ad emozioni negative e frustrazioni dovute alla vita sedentaria. Si susseguono urla, danze, respirazione caotica e infine momenti di immobilità. Oggi esistono anche altri tipi di pratiche in movimento ma la meditazione di Osho resta quella più conosciuta.
10. Training autogeno
Il training autogeno è una tecnica messa a punto all’inizio del Novecento dallo psichiatra tedesco J.H. Schultz. Una meditazione occidentale la definiva lui, un parente stretto della meditazione dicono altri. È composta da sei esercizi che servono a produrre reazioni opposte allo stress, prima nel corpo e di riflesso nella mente, sfruttando il nostro essere un’unità biopsichica.
È un allenamento, e più facciamo pratica e più ci viene facile entrare in uno stato di calma e concentrazione. E pian piano questo diventa il nostro stato normale, anche lontano dagli esercizi.
Spero che la mia piccola panoramica ti sia stata utile! Però sappi che l’unico modo per capire davvero cosa sia la meditazione è praticarla. Se pensi che non faccia per te, forse non hai ancora trovato il tuo tipo. Sperimenta, perché i benefici della meditazione sono incredibili! Oppure trova un’ottima scusa per non meditare!