L’anarchia relazionale è un concetto controintuitivo, spesso frainteso e usato per giustificare atteggiamenti opposti, utile sia a chi non si sente a suo agio nelle relazioni convenzionali che a chi vuole affrontarle con più consapevolezza.
L’amore non è un vestito taglia unica
Amy Gahran
Cos’è l’anarchia relazionale?
L’anarchia relazionale è un approccio che rifiuta di applicare alle relazioni regole prestabilite mentre ama e sostiene l’unicità di ogni rapporto, la sua indipendenza dagli altri e l’autonomia dei partner.
Amy Gahran l’ha definita total do it yourself love, l’amore cento per cento fai da te, che ti inventi da zero. Con la trasparenza e il dialogo i partner possono lasciar evolvere la relazione che meglio risponde ai bisogni di entrambi, senza curarsi delle convenzioni.
Gli anarchici relazionali possono avere ‘relazioni importanti’ di diverso tipo: romantiche e sessuali, solo romantiche, solo sessuali o totalmente platoniche; però rifiutano di catalogare i propri partner come romantici, sessuali o ‘solo amici’ e di comportarsi come la società prescriverebbe in ciascuno di questi casi.
“Ci sono persone che non trovano utile dividere le proprie relazioni in categorie. Invece, preferiscono concentrarsi sulla natura unica, emergente e in evoluzione della connessione con ogni persona che conta per loro.”
Amy Gahran
L’anarchia relazionale mette tutte le tipologie di rapporti affettivi sullo stesso piano. Non considera a priori le relazioni romantiche più importanti delle amicizie. Caso per caso si decide quanto tempo ed energia investire in ogni singola connessione umana.
Ci sono relazioni anarchiche la cui identità si basa sul romanticismo e il sesso; ce ne sono altre in cui se anche finisse il contatto fisico resterebbe l’innamoramento, e se anche finisse l’innamoramento non si smetterebbe di essere ‘famiglia’.
L’anarchia relazionale è politica e ritiene le relazioni sociali e le comunità essenziali e non sacrificabili alla coppia e alla famiglia nucleare.
È un concetto abbastanza nuovo, nato in Svezia all’inizio degli anni 2000. La blogger e attivista Andie Nordgren ha creato il termine e l’ha fatto circolare in tutto il mondo traducendo in inglese il suo manifesto-guida The short instructional manifesto for relationship anarchy.
Principi dell’anarchia relazionale
L’anarchia relazionale si propone di sostenere l’autonomia delle persone, lasciando che ognuno si senta libero di essere sé stesso all’interno dei rapporti sentimentali. Ogni relazione è unica, definibile solo da chi ne fa parte, libera di muoversi indipendentemente dagli altri legami affettivi dei partner.
L’anarchia relazionale è anarchia applicata alle relazioni intime e questo significa soprattutto rifiuto delle convenzioni legate a ciascuna tipologia di relazione, ossia dell’amatonormatività. Ad esempio, un anarchico relazionale potrebbe decidere di condividere casa con amici e coltivare relazioni affettive-sessuali all’esterno.
Gli anarchici relazionali cercano di stare lontani dalla scala mobile relazionale, quella serie di passi prestabiliti che una coppia tende a muovere uno dopo l’altro per affermare il valore del proprio legame; i parametri che per la società misurano la ‘serietà’ del rapporto, descritti da Amy Gahran in Stepping Off the Relationship Escalator: Uncommon Love and Life.
Gli anarchici relazionali non rifiutano a priori la condivisione di beni, spazi e tempo libero, la convivenza, il matrimonio e i figli, ma vogliono sceglierli o no in modo consapevole e in base alle proprie esigenze. Infatti, anarchia relazionale non significa non impegnarsi in niente ma disegnare insieme al partner il tipo di impegno che si vuole avere, ignorando le norme che stabiliscono cosa fare perché l’amore possa essere considerato vero.
L’anarchia relazionale cancella le categorie determinate dalla presenza o assenza di sesso e romanticismo nei rapporti affettivi. Non classifica e non definisce, né le relazioni né le persone coinvolte. Niente etichette: non ci sono ‘persone con cui ti stai frequentando’, di cui sei ‘solo amica’, ragazze, compagne, fidanzate, mogli, ‘trombamici’, amanti, ‘amici con benefici’. Così ogni ‘legame’ è libero da indicazioni su cosa sia giusto o no fare.
Rifiutando di classificare, l’anarchia relazionale distrugge dalle fondamenta la convenzionale gerarchia delle relazioni sentimentali che vede una e una sola relazione romantica avere priorità assoluta su quelle platoniche, e spesso anche sui progetti personali dei partner.
A differenza di quanto si possa pensare, l’anarchia relazionale non è una fuga dai legami affettivi; è invece amore incondizionato per le relazioni con le loro mille possibili sfaccettature, focalizzato sulle connessioni umane e le reti di persone anziché sulla coppia e sulla famiglia nucleare. E pur lasciando a ciascuno la possibilità di ascoltarsi ed essere sé stesso, riconosce e valorizza l’interdipendenza delle persone.
Per questo gli anarchici relazionali non pretendono di fare quello che vogliono disinteressandosi dei sentimenti altrui, e anzi dedicano molto tempo al dialogo e alla negoziazione.
Manifesto dell’anarchia relazionale
Nel 2006 usciva The short instructional manifesto for relationship anarchy in cui Andie Nordgren raccoglie e spiega i principi emersi dai dibattiti sul suo blog negli anni precedenti. Ecco cosa dice in breve il manifesto dell’anarchia relazionale:
- L’amore è abbondante, e ogni relazione è unica.
- Costruisci i rapporti sull’amore e sul rispetto invece che sul diritto e sul dovere.
- Permettiti la spontaneità e la voglia di scoprire: lascia aperte le porte per il bello inaspettato.
- Dal di fuori l’anarchia relazionale può sembrarti troppo difficile da affrontare, con tutto il lavoro di decostruzione delle regole che comporta. Inizia lo stesso. Crea le tue linee guida, cerca il sostegno di chi ignora le convenzioni e non rimproverarti quando non riesci a farlo anche tu.
- Individua i tuoi valori nel campo delle relazioni, e cerca di seguirli.
- Non lasciare che la paura di andare contro le convenzioni guidi le tue scelte.
- Parti dal presupposto che i partner non vogliono farti del male: dai fiducia.
- Cambia le relazioni comunicando. Non puoi dare niente per scontato quando non vuoi basarti sulle convenzioni.
- Personalizza il tipo di impegno che vuoi avere in ogni relazione.
Qui c’è la traduzione italiana dell’intero manifesto con la spiegazione dettagliata di ogni punto. Ma se riesci, ti consiglio di leggere la versione inglese.
Cosa non è l’anarchia relazionale
L’anarchia relazionale è un concetto un po’ controintuitivo e facile da fraintendere, per cui capita che venga usato per giustificare atteggiamenti molto lontani da essa. Ecco cosa non è l’anarchia relazionale:- Avere solo rapporti sessuali occasionali e non essere interessati a costruire alcun tipo di legame.
- Fregarsene di ciò che provano o trattare male le persone con cui si hanno connessioni.
- Non poter contare sui propri partner e non esserci quando hanno bisogno d’aiuto.
- Non potersi impegnare con un partner in cose come comprare casa o avere figli: sono scelte non necessarie a dimostrare il valore di una relazione, ma possibili.
- Un modo di giustificare relazioni aperte o multiple. Anarchia relazionale non significa non monogamia.
Anarchia relazionale e poliamore
L’anarchia relazionale è spesso associata al poliamore e ad altre non monogamie etiche. D’altra parte è proprio in ambienti poli che si è iniziato a parlarne e molte persone poliamorose si considerano anche anarchiche relazionali. Ci sono in effetti dei punti in comune tra anarchia relazionale e poliamore:
- Considerare l’amore una risorsa infinita: “l’amore si moltiplica, non si divide” quindi si possono avere più relazioni sentimentali;
- Focalizzarsi sulla costruzione di rapporti e non sul sesso occasionale;
- Fare della comunicazione il perno delle relazioni – e non uno strumento per la gestione delle emergenze.
Ma nonostante le affinità, l’anarchia relazionale è diversa dal poliamore poiché:
- È anti-normativa, cioè rifiuta le regole esterne che dicono come ci si dovrebbe comportare in ciascun tipo di relazione;
- Non etichetta i rapporti affettivi;
- È anti-gerarchica: non dà diversa importanza a priori e non permette a nessuna relazione di imporre decisioni sulle altre;
- Valorizza la rete sociale piuttosto che la coppia;
- Invita a limitare le aspettative su come si debba comportare il partner o si debba evolvere la relazione.
Questo approccio è del tutto compatibile col poliamore non gerarchico ma non è condiviso da tutte le persone poliamorose.
Anarchia relazionale e monogamia
Anarchia relazionale e monogamia non sono in antitesi. Infatti, sebbene più diffusa in ambienti poliamorosi, l’anarchia relazionale può essere messa in pratica anche da persone monogame o single. Dedicare molto tempo ai propri amici, non mettere sempre il partner al primo posto e non dare per scontato di passarci tutto il tempo libero sono alcuni tratti anarchici possibili anche in una relazione di coppia ‘convenzionale’.
Ad esempio, è potenzialmente anarchica una coppia monogama che rifiuta la scala mobile relazionale o chi pur essendo sessualmente monogamo coltiva relazioni intime o romantiche con altre persone. O chi mantiene ampi spazi di indipendenza e concorda di volta in volta se condividere serate e fine settimana. Anche dopo decenni di vita in comune, due partner monogami e anarchici relazionali potrebbero chiedersi: “Ti piacerebbe guardare Netflix con me stasera?”, oppure: “Facciamo qualcosa insieme domenica?”.
Ecco la storia di una coppia monogama un po’ anarchica raccontata in Stepping off the relationship escalator:
Chris e Dana si sentono male quando le persone parlano di loro come fossero una cosa sola: “Chris & Dana”. D’altra parte sono molto indipendenti: continuano a vedere i propri amici ‘di prima’, e spesso socializzano e viaggiano per conto proprio. Convivono ma hanno camere da letto separate e dormono insieme solo quando ne hanno voglia. Tengono divise anche le proprie finanze.
A un certo punto Chris decide di iscriversi all’università e si trasferisce in una città molto lontana, e la relazione con Dana continua a distanza mentre lei continua la sua carriera.
Ci sono individui sessualmente monogami che non hanno voglia di acquisire un’identità di coppia o di far procedere la propria relazione lungo un percorso obbligato. È stato proprio l’interesse di questo genere di persone, e di altre che si stavano facendo delle domande perché frustrate da legami più tradizionali, a spingere Gahran a trasformare i contenuti del suo blog in un libro.